Si sono battezzati l’onda azzurra e davvero quest’onda ha travolto forieri di morte… Veramente, tanto di cappello ai cristiani argentini! La loro lotta a difesa della vita ha ottenuto la sua vittoria. Una battaglia vinta, certamente non la guerra, ma è pur sempre una vittoria.
L’Argentina non è il primo paese che si trova a dover scegliere tra la legalizzazione dell’aborto o la proibizione. Dapprima sono stati i paesi “sviluppati” (così si dice…) a proporre ed ottenere la legalizzazione dell’aborto: il movimento femminista ha lanciato lo slogan che decidere la maternità era decisione della persona, e che il corpo era proprietà della donna, ecc. ecc… In Italia ormai sono tanti anni che l’aborto è legalizzato, anche se resiste e persiste il Movimento alla Vita, proprio per concretizzare e diffondere una cultura a favore della vita, con parole e opere.
Per quanto riguarda Argentina, in maggio il progetto di legge per legalizzare l’aborto è arrivato alle Camere. Al primo passo per l’approvazione, la maggioranza dei deputati hanno votato a favore. Allora si sono mossi i cuori e… soprattutto le dita dei cristiani – cattolici, evangelici, ortodossi. Sì, le dita: si è scatenata una battaglia mediatica per sensibilizzare la gente, per muovere l’opinione pubblica verso il “no”. Uno dei cavalli di battaglia è stata giustamente il confronto con i paesi “sviluppati” (sviluppati? mah…) e vedere che la legalizzazione dell’aborto non è poi quella gran cosa, anzi: adesso i nostri paesi sono vecchi, depressi, senza contare i milioni di bimbi uccisi nel ventre della madre, e tutte le conseguenze psicologiche che lascia il bimbocidio nella mamma… Per questo lo slogan era: “Salviamo le due vite”, considerando la vita della mamma e del bambino. In più, scoprire tutti gli interessi economici di cliniche che già si sono preparate per l’aborto da tre anni, etc etc…
Battaglia mediatica, molto efficace, e marce, proteste… fino a che hanno iniziato a muoversi anche i politici: alcune province, come Corrientes, si sono definite “Province Pro-Vita” e hanno dichiarato che, anche se passasse la Legge di legalizzazione, il governo provinciale non l’avrebbe accettata nel proprio territorio. Il boato cresce, e anche l’opposizione all’opposizione. Ci sono stati – e continuano ad esserci – atti vandalici a chiese, da parte degli “aborzionisti”.
Bisogna dire che il movimento Pro Vita è stato animato dai Laici, soprattutto, e non solo dal clero. E la fede in Maria ha fatto il resto: tutta la nazione si è rivolta alla Madonna di Luján, patrona della nazione, con preghiere incessanti e pellegrinaggi.
E per finire, in agosto aspettavano il verdetto del Senato. Praticamente i due gruppi si trovavano in pareggio, ma c’era un piccolo numero di indecisi che avrebbe fatto la differenza. Tutti i Pro Vita si sono stretti attorno alla Madonna di Luján, pregando per il risultato. E alla fine, ha vinto il NO ALL’ABORTO!
Ripeto, tanto di cappello ai cristiani argentini: non solo hanno dimostrato coerenza con la loro fede, nelle scelte della vita e della società, ma anche la loro fede ha fatto il miracolo di ribaltare un risultato che sembrava scontato e inesorabile. Hanno vinto una battaglia, una gran battaglia!