Un altro Brasile

Lo sapevo già: il Brasile è così grande che è difficile pensarlo come un’unica realtà… ma quando lo vedi e lo constati con occhi, naso, orecchie e pelle, allora sì, si capisce la vastità e varietà di questo immenso paese.

Ci ho vissuto tre anni, ma sempre in S. Paolo, con una piccola esperienza del nordest semiarido. Ora un impegno della congregazione mi ha portato a Roraima, l’estrema punta settentrionale, in piena Amazzonia.

Arrivo all’aeroporto e sento l’umidità che si potrebbe tagliare con un coltello. E’ notte, in pochi minuti arriviamo alla casa delle suore per cercare di riposare. La mattina presto mi sveglio, con il suono degli uccelli nel giardino. E già alle 10 partiamo per visitare la “Casa do Indio” dove le nostre sorelle hanno dato molto per aiutare nell’area sanitaria i fratelli e sorelle indigeni che vivono nella foresta. Lì troviamo suor Auristela che si è pensionata come infermiera in questa struttura, ma continua a dare un aiuto importante. Ci sono tanti, tantissimi ricoverati, e pure coloro che hanno ricevuto l’ok per uscire dal centro, ma non ci sono aerei che possano riportarli a casa, nella foresta.

Le sorelle sono serene e molto accoglienti. La gente le adora, totalmente. Non c’è persona che non le lodi a cuore aperto. In questo momento Roraima sta vivendo un’emergenza molto grande: ogni giorno entrano 600/800 profughi venezuelani, che scappano dalla fame. Anche le Missionarie della Consolata si sono attivate, ed ogni giorno distribuiscono 400 colazioni a bambini, mamme, adolescenti, e uomini. E’ una tristezza grande vedere una situazione di tanto bisogno: le ammiro tanto, per affrontare ogni giorno la disperazione di tanta gente, con pochi mezzi, ma con il desiderio di dare consolazione.

Anche Roraima sta soffrendo il cambio climatico: la stagione delle piogge (tra giugno e agosto) è stata scarsa quest’anno, e i contadini si lamentano che non si sono riempite le lagune che serviranno per l’irrigazione nella stagione secca. Altro mito caduto: non è vero che in Amazzonia piove tutti i giorni…

la Consolata in Boa Vista

Andiamo a Messa nella Parrocchia Consolata (i missionari e le missionarie della Consolata hanno praticamente fondato la presenza della Chiesa in Roraima, prima sostenuta da pochi benedettini, e da 70 anni sostituiti dai nostri Istituti): colpisce vedere tanti bianchi… sarà che mi sono abituata in Bolivia a vedere molti nativi, con gli occhi a mandorla e la pelle scura… Nella città quasi tutti vengono dal Sud del paese, dove sono arrivati tanti europei un secolo fa. Quasi non si vedono indigeni… si trovano in aree disperse, e continuamente minacciati da latifondisti e coloni (bianchi) che vogliono appropriarsi delle loro terre. Ma il parroco dice di essere wapixana: e che grazie alle missionarie della Consolata è quello che è: un sacerdote felice. Anche i confratelli nostri hanno adesso due ragazzi macuxi che iniziano un orientamento vocazionale.

Una piccola Chiesa, un altro Brasile, un tesoro forse sconosciuto che ho avuto la grazia di conoscere. Presto, altri articoli su questa meravigliosa realtà sul nostro sito ufficiale (vi avviserò).

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