Scuole vecchio stile

Il 23 marzo e il 2 aprile abbiamo celebrato l’anniversario di fondazione rispettivamente delle scuole di Mulahara e di Nohata, entrambe con più di ottant’anni di vita. Sono le scuole più antiche della zona di Vilacaya, e forse di tutto il comune di Puna.

Nella festa sempre si ricordano i fondatori: contadini che avevano vissuto la Guerra del Chaco, tra Bolivia e Paraguay, che si realizzò negli Anni Trenta del XX secolo, un conflitto caratterizzato dalla partecipazione massiva di soldati di origine indigena, in particolare andini.

In questa guerra le persone provenienti da popoli originari avevano sofferto molto, perché la maggior parte di loro era analfabeta: la scuola era per i ragazzi delle città, e la campagna soffriva l’assenza di istituzioni educative. Ritornando dal conflitto, i reduci decisero di fondare scuole, affinché le nuove generazioni non soffrissero più per la mancanza di educazione basica.

Anche se adesso queste due scuole contano meno di 20 alunni ciascuna, per molti decenni gli studenti erano 40/60; ancora quando arrivammo nel 2013 erano più di 25 alunni: insomma, quello che voglio dire è che nella loro semplicità e piccolezza, le scuole di Nohata e Mulahara hanno offerto istruzione a moltissime persone, a centinaia!

In un’altra area della Bolivia, dove si trovano i Guaranì, un leader una volta ha affermato: “Lasciamo frecce e lance per continuare la lotta con la penna in mano”, e con questo voleva dire che la lotta per ottenere riconoscimento ufficiale e rivendicare diritti passava ormai per un’educazione formale.

Quanti leaders indigeni in tutto il Continente hanno potuto servire i propri popoli grazie a una formazione universitaria come avvocati!

Sebbene si considera la scuola formale un’ “occidentalizzazione” delle persone, o meglio un’acculturazione alla cultura dominante, è pur vero che i popoli indigeni si sono serviti di questo strumento – la scuola – per avere a disposizione più strumenti (più lance e frecce!) nel movimento di rivendicazione dei propri diritti. E speriamo che l’istruzione continui ad essere una risorsa preziosa anche per le nuove generazioni!

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