Sarà perché l’ho studiata con una certa attenzione per la mia tesi dell’Università, sarà perché ha qualcosa di proprio particolarmente affascinante… ma la festa di San Giacomo (Santiago in spagnolo) sempre attrae la mia curiosità e mi fa sentire vibrazioni particolari.
24 luglio: vigilia della festa. Sull’imbrunire sento i tamburi che iniziano a suonare ritmicamente: c’è qualcosa di profondamente ancestrale in quel suono, e mi stupisco di me stessa, di come dimentico di stare in mezzo a un popolo di indigeni! Con la globalizzazione e acculturazione relativa, in molti aspetti, soprattutto esteriori, la gente presenta tratti comuni a tutta l’America Latina. Ma nelle feste le radici indigene riaffiorano, o meglio: sono manifestate.
La festa di San Giacomo, molto caro e venerato dalla popolazione andina (vedi i post I Santi di luglio, Dio, che paura!, San Giacomo ha trovato casa), in realtà è in Vilacaya la festa dei “santi di famiglia”, ovvero delle immagini sacre custodite nelle case, che vengono portate in chiesa per la Messa e benedette. Queste icone (anche se sono statuette, il più delle volte, sono considerate presenza sacramentale del Santo, proprio come nel caso delle icone della tradizione orientale) fanno parte della vita quotidiana: si instaura una relazione vicina, alle volte anche tormentata con il Santo, che è considerato fonte di benefici, ma alle volte anche di malattia. E’ una forza ultraterrena che può essere favorevole o ostile, il tutto dipende dalla condotta del devoto, che sempre deve essere generoso, così come è generoso il Santo.
Il 25 di mattina celebriamo la Messa, alla quale partecipa un discreto numero di persone insieme ai loro Santi. Finita la celebrazione, nella piazza vari gruppi di suris (musici che suonano un piccolo flauto di pan e sfoggiano piume di ñandú sul copricapo) accompagnano ciascuno un “pasante” del Santo: arrivano da varie comunità. Quest’anno sono quattro i pasantes, e quattro gruppi di suris suonano, ciascuno la propria melodia, però tutti allo stesso tempo, creando una cacofonia che per anni mi infastidiva, ma che ora sento come qualcosa di naturale. Angelica, una delle pasantes, danza con il figlio: è il modo per pregare e venerare il Santo.
Ogni anno la festa di San Giacomo cresce; in realtà, nel passato (circa cinquanta anni fa) era una celebrazione di rilievo, che con il tempo si è tralasciata, per poi riprendersi negli ultimi tre anni.
Proprio nel 2020, anno della pandemia e del lockdown, è iniziata a risorgere: San Giacomo è protettore e assistente dei medici tradizionali… pura coincidenza?