Non posso essere triste

Ormai il Natale è passato da circa un mese, ma vorrei condividervi una lezione di “spiritualità pratica” che mi ha dato una bambina di 10 anni la vigilia di Natale.

Premetto che con il gruppo del catechismo di Prima Comunione suor Marisa aveva iniziato a provare il presepio vivente. Ma poi Maria e Giuseppe si sono scoraggiati e hanno chiesto le dimissioni all’ultimo momento… che fare, allora? Ci è venuto in mente (ai ragazzi e a noi) di preparare una danza di adorazione a Gesù Bambino, un’ espressione tipica del Natale boliviano. E così due ragazze grandi hanno coordinato e orientato la coreografia, e con buona lena tutti, i bimbi da 5 anni in sù, si sono messi a provare la danza.

Anna non era venuta negli ultimi incontri, ma appare il 24 pomeriggio: guarda i ballerini che provano, e si nota nel volto molta tristezza. Ho imparato a non sottovalutare la tristezza dei bambini, che alle volte caricano pesi molto grandi e drammi familiari non indifferenti. Siccome io con la danza non ho nulla a che vedere, mi sono messa come “Tecnico dell’audio”: che significa che dal mio cellulare mettevo la musica, collegata a un altoparlante.

Seduta alla “regia del suono” (in un banco di pietra all’ingresso della Chiesa) le ho fatto cenno di venire vicino a me. L’ho abbracciata, le ho chiesto se era triste, ed ha annuito con la testa, mentre due lacrime scendevano silenziose sulle guance. Allora con calma e dolcezza, le ho chiesto se i genitori l’avevano sgridata o castigata, o se c’era qualche altro problema. Grazie a Dio, si trattava solo di un dramma a misura di bambina, e niente di grave. Con un po’ di coccole a qualche battuta, sono riuscita a farla sorridere.

Ci diamo appuntamento dopo poche ore: alle 19 il parroco viene a celebrare la Messa. Anna ritorna, e si prepara per servire la Messa come chierichetta. Mentre prepariamo l’altare, mi dice con entusiasmo: “Hermanita, non posso essere triste, perché Gesù nasce!”. Rimango senza parole, ma esce un sorriso e un abbraccio per dirle quanto l’ammiro.

Si, la tristezza se ne va, quando si pensa che Gesù nasce ed è in mezzo a noi. Me lo ha ricordato e dimostrato una bimba di 10 anni.

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