Da quando viviamo in Vilacaya, e sono già dieci anni, è la prima volta che riceviamo l’invito per una festa di laurea. Anzi due, nel giro di un mese. A dire la verità, a parte le feste di fine leva militare (che sono tradizionali, come un rito di passaggio all’ età adulta dei maschietti), o quelle per la maturità, è la prima volta che si celebrano nel paesino.
La cosa bella, bellissima, è che si tratta di due ragazze, che abbiamo conosciuto nella scuola secondaria. Ancora più commovente pensare che erano delle adolescenti taciturne, timide… e adesso abbiamo davanti delle giovani donne disinvolte, pronte per entrare nel mondo professionale.
Anna si è presentata un giorno a casa nostra, con l’ invito nella mano, raccomandando la nostra partecipazione. Mentre per la festa di Carla è stato il papà a parlarcene con orgoglio, e quindi a invitarci con insistenza.
Le feste di laurea hanno alcuni punti fissi, come il ballo della cueca (una danza tipica che si balla con un fazzoletto nella mano) nella quale la festeggiata balla prima con i suoi genitori, e poi con padrini e madrine (cioè con persone che hanno contribuito economicamente alla festa o ai suoi studi). In quella di Carla è durata almeno 20 minuti. Poi ci sono elementi tipici della festa andina: attaccare soldi cartacei al vestito con spilli (si chiama t’ipa), e l’immancabile piatto di comunione, “condito” con birra, chicha, bibite varie.
Queste due feste sono state un motivo di speranza nel mio cuore: significa che poco a poco anche le famiglie contadine – sebbene con grandissimi sacrifici – riescono a sostenere gli studi universitari ai propri figli. E’ molto positivo che siano due ragazze: fino a 30 anni fa le donne erano escluse dallo studio e di conseguenza l’analfabetismo è soprattutto femminile.
Ci convince sempre di più l’importanza di sostenere le giovani negli studi: non solo per dar loro una professione e la possibilità di un lavoro degno, ma anche per una formazione alla vita: uscendo dal proprio ambiente ristretto e isolato, imparano a socializzare, a credere in sé stesse. Sono come fiori che sbocciano in tutto il loro splendore.
Auguroni, Anna e Carla! Adesso vi spetta il passo delicato e importante di entrare nel mondo del lavoro, con le sue sfide e le sue opportunità!