Il Mistero Pasquale che si celebra dal Giovedì Santo alla notte di Pasqua è un momento forte della fede, in cui un credente può emozionarsi nell’intimità del Cenacolo, commuoversi al Calvario e rallegrarsi nella gioia del Risorto. Forse avrei scritto un post sulla bella esperienza di fede delle comunità… ma no: abbiamo contemplato il Mistero Pasquale incarnato nella passione di Angelica, e nulla di più forte poteva schiaffeggiarci.
Niente del tipo sentimenti intimistici ed estatici: abbiamo visto le piaghe, le ferite, la morte, l’indifferenza, l’odio, la superficialità, la violenza nella domenica di Pasqua, così come Gesù ha sofferto tutto questo il Venerdì Santo. Gesù è morto con Angelica e in Angelica, un Cristo sofferente, e forse dalle sue piaghe e nella sua misericordia possiamo salvarci…
Mattino di Pasqua: rintocca la campana da morto. Nel mio comodismo penso: “Speriamo che non sia una persona di qui…” infatti, alle volte suonano la campana per persone originarie del paese che però risiedono altrove… e così non dovrei celebrare un funerale… calcolo dentro me. In chiesa scopro la triste verità: “E’ Angelica. Suo fratello l’ha uccisa”.
Non posso crederci: una signora umile, umile, sempre sorridente. Chissà dietro quel sorriso quanta sofferenza e stenti… e adesso una morte violenta. L’infermiera ci racconta che è stata dapprima violentata, e poi è morta dissanguata, colpita con una pietra alla testa e al torace, fino alla morte. Il suo volto era totalmente disfatto, come quello dell’uomo dei dolori di cui racconta Isaia, che le persone distolgono lo sguardo, tanto è sfigurato.
La famiglia è poverissima, non hanno soldi per il funerale. L’infermiera inizia a proporre una colletta per coprire le spese. E la bara? “Io ho un asse di tre metri”, dice un signore. Con i soldi raccolti si possono comprare altri tre, e poi un carpentiere del paese costruirebbe la bara. L’indomani presto troviamo il signore dell’asse con in mano un seghetto: “Abbiamo trovato altre assi, ci arrangiamo”. Ed ecco che i due o tre Giuseppe d’Arimatea (di Vilacaya) si mettono all’opera, e benché molto semplice, fanno persino dei disegni intagliati per abbellirla.
Ma come per Gesù, Angelica ha ricevuto anche molta indifferenza: il giorno di Pasqua molti festeggiano e bevono, e rimangono indifferenti di fronte alla tragedia, come gli Ebrei che, festeggiando la loro Pasqua, si sono disinteressati di Gesù.
E nostro Signore è morto fuori della città santa, e Angelica non è potuta nemmeno essere portata in chiesa per il funerale (suo figlio desiderava portarla “nel luogo sacro”) perché non c’erano abbastanza uomini per trasportarla fino lì.
Gesù è stato sepolto in una roccia scavata, che è come un ventre… Angelica è stata sepolta nel seno della Madre Terra, in una fossa scavata dai ragazzi delle superiori, compagni di suo figlio.
Abbiamo toccato con mano la passione, i dolori… ed era giorno di risurrezione. I segni di morte continuano, nonostante la Pasqua. Nello stesso giorno, più di duecento persone sono morte in Sri Lanka per attentati contro i cristiani… Sembrano gridare i segni di morte, eppure Gesù è risuscitato, e questa è la nostra fede. E Angelica, così vicina alla Passione di Gesù, adesso è lì vicina al Signore nella sua gloria. Perdonaci, Angelica, e prega per noi. Non lasciare il tuo sorriso, adesso è un sorriso di gioia e pienezza di vita. Ma è da quel sorriso che ti riconosceremo in Paradiso.