Mamme coriandolate

Penso che sia segno di vecchiezza, ma ultimamente le feste mi colpiscono molto, mi commuovono… Guardo il pavimento pieno di coriandoli, e mi stupisco… Anche in piena quarantena, varie persone ci hanno dimostrato molto affetto per il giorno della festa della mamma, che in Bolivia di festeggia il 27 maggio, in ricordo a un gruppo di madri che do la vita per i propri figli, in epoca di lotta per l’indipendenza.

Juanita è arrivata dopo due ore di cammino. Mi aveva avvisato per Whatsapp il giorno prima: “Verrò domani mattina presto”. Pensavo che avesse bisogno di soldi: la stiamo aiutando da alcuni anni affinché possa frequentare il corso professionale da sarta. Invece, ha tirato fuori dal suo aguayo prima una borsa di cipolle del suo campo, e poi una borsetta con i coriandoli, che qui si usano per fare gli auguri ai festeggiati di turno (anche alla Madre Terra e ai Santi!). Due ore all’andata, due ore al ritorno per dirci: “Tanti auguri!”. Mi ha commosso. Juana la sento un po’ come una figlia, della quale desidero solo il bene…

E poi, a pranzo ci hanno invitato al Centro dei Bambini. Le ragazze grandi più Cirillo, che è chef nel suo DNA, hanno preparato un pranzo con i fiocchi, con tanto di torta. Hanno messo le educatrici e noi suore al tavolo e ci hanno servite come se fossimo delle regine.

Non penso di meritarmi il titolo di madre: non ho portato nove mesi una creatura dentro di me, e non ho sofferto le doglie del parto. Ma il mio cuore di donna è sempre più materno. Anche i ragazzi del Centro sono un po’ come i miei figli: li vedo crescere, mi arrabbio e mi rallegro, proprio come una mamma. E vedo le più grandi, fra poco anche loro saranno mamme, e spero e credo con tutto il cuore che saranno delle splendide mamme, come quelle donne piene di coriandoli che oggi sono state festeggiate. E se lo meritano!

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