L’ordine delle causalità e il PIANO B

Di nuovo sulla quarantena, che farci… è la nostra realtà attuale, prolungata fino a fine mese (almeno). Vorrei riflettere con voi oggi sulle cause del Coronavirus. Si, ho messo il plurale: le cause. E di causalità se ne sono presentate tante. Una delle primissime, che non vorrei nemmeno citare per damnatio memoriae, è la tesi di P. Livio che afferma che il Coronavirus è un castigo di Dio, e ci ha pure scritto un libro. No comment. Ma ne sono sorte molte altre, forse meno infelici.

Per esempio: che la natura si è ribellata ai tanti maltrattamenti subiti e si è vendicata con questo virus. E’ un’ idea non tanto distante dalla cosmovisione andina, che considera la Madre Terra come una persona con cui relazionarci e con cui… ci si può anche litigare.

Vi è poi una teoria scientifica, che è quella dell’ecosistema: un sistema ecologico tende naturalmente a trovare l’equilibrio. Quando c’è sovraffollamento, allora inizia a scarseggiare il cibo o appaiono malattie che decimano la popolazione di una determinata specie fino a ritrovare l’equilibrio. In questo caso, la specie sarebbe la nostra.

Si sono fatti studi sulla relazione tra inquinamento e Coronavirus, affermando che l’insalubrità dell’ambiente incide sul grado di contagio.

E’ anche interessante che le aree più colpite dal virus sono le più ricche, sia a livello mondiale, sia a livello nazionale (infatti, in Bolivia l’area con più casi è il cosiddetto asse economico, che comprende La Paz, Cochabamba e Santa Cruz).

Poi qui in Bolivia c’è persino l’ipotesi che il Coronavirus sia un castigo della Pachamama (La Madre Terra) per il fatto che è stato espulso Evo dal paese…

E che dire delle tesi anticinesi che considerano il virus un prodotto da laboratorio scappato dalle mani della Cina?

Quale di queste cause è vera? E se tutte (o quasi)… fossero vere???

Un antropologo inglese di un secolo fa, il cui nome era Evans-Pritchard, diceva che possono sussistere molti ordini causali. Infatti, se cade la trave di una casa e muore una persona, gli Azande (popolo del Centrafrica) sanno che la persona è morta a causa del colpo ricevuto, ma non è sufficiente: ci si chiede: “Perché è successo?” oltre a spiegarsi il “come”. E’ un po’ come quando noi diciamo: “Ma perché questo passa proprio a me?”.

E tu, in quale di questi ordini causali ti ritrovi?

Cambiamo discorso. L’altro giorno mi hanno chiesto di andare al cimitero a benedire una tomba: siccome non ci sono Messe, la gente ci tiene lo stesso a una preghiera. Era l’anniversario di morte di un caro vecchietto che è morto l’anno scorso. Stando con la famiglia, dopo la preghiera e la benedizione della tomba, un giovane professore commentava: “Questo virus ci ha dimostrato che è sempre importante avere un “Piano B”. Noi siamo ritornati al paese, viviamo tranquilli, mangiando i frutti del raccolto… Ma chi è in città soffre”.

Il piano A per quel giovane prof, come per molti altri, è stato uscire da Vilacaya per trovare lavoro. Adesso Vilacaya si dimostra il piano B, la via d’uscita, il luogo sano e sicuro per vivere. Che strano, vero? Basta un piccolo essere invisibile per rovesciare la situazione. Per cambiare le rotte umane, per invertire le tendenze (più o meno positive) della società…

Ma penso che tutti noi, chi più, chi meno, ha dovuto inventarsi un piano B per vivere e sopravvivere. Anche questo è interessante: in un mondo tanto organizzato e programmato, come mi ha scritto una sorella un giorno: “Il Coronavirus ci tiene a cambiarci i programmi”.

Siccome sono in vena di domande… E tu, come vivi il tuo piano B?

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