L’inizio e l’oggi di Vilacaya

Ormai andare a Cochabamba per me è andare a casa, grazie alle suore amiche, le Figlie di Gesù, che sempre mi ospitano con tanto amore.

E’ la congregazione che c’era prima di noi a Vilacaya: la comunità è rimasta più di vent’anni nel paesino, ed ha lasciato ricordi indelebili e molta gratitudine nella gente. In tempi passati vi avevo parlato dell’ “eredità pesante” che ci avevano lasciato, insieme al Padre Adrian.

Le prime due suore che sono arrivate a Vilacaya erano suor Amparo e suor Ana María. Quest’ultima è vissuta a Potosì fino a un mese fa, ora si trova a Cochabamba. In questi anni ci ha accompagnate con molto amore e con consigli saggi. Mentre ho conosciuto Amparo la prima volta che sono arrivata alla casa di Cochabamba: era lì temporaneamente, ma con il cuore e la mente nella missione. Due occhi belli e uno sguardo profondo, in un corpicino magro magro e già segnato dagli anni.

A inizio marzo sono passata nella casa delle sorelle in Cochabamba, per poter viaggiare in Brasile il giorno seguente molto presto. Arrivata, Amparo era lì, molto grave: con tutta la comunità stretta attorno, e il padre che le amministrava l’unzione degli infermi. Nel pomeriggio era già mancata.

Ana Maria, con la voce commossa, mi ha detto: “Ed ecco che Vilacaya è rappresentata!” e Marlene, un’altra suora, ha affermato: “Non è un caso che tu sia qui”.

Suor Amparo

In effetti, anch’io sono rimasta molto colpita: dei primi tempi in Vilacaya avevo sentito parlare di una vita poverissima, e di queste suore che camminavano ore per poter visitare le comunità. Vivevano nell’ambulatorio dove Ana Maria lavorava, e Amparo camminava anche quattro ore per arrivare alle comunità lontane.

Adesso abbiamo la jeep, una casa comoda: tutte cose che ci hanno lasciato le Figlie di Gesù come eredità, frutto acquisito con il lavoro di anni. Ma l’eredità che vorrei mi lasciasse Amparo è la sua radicalità. Dicono che viveva una vita totalmente austera e profondamente apostolica. E’ morta già anziana, ma fino all’ultimo è vissuta al servizio degli altri.

L’inizio di Vilacaya è già storia scritta nelle pagine della vita. E l’oggi? L’oggi siamo noi. E che oggi siamo? Non so dire, e forse non tocca a me dirlo.

Ma il desiderio c’è: di vivere autenticamente la mia vita religiosa missionaria con la stessa generosità di Amparo. Aiutami, hermanita, dal Cielo, a voler bene come te alla nostra gente.

 

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