Il popolo Yanomami – popolo indigeno dell’Amazzonia – sta vivendo un momento storico di grande dolore e difficoltà. Finalmente, con il cambio del governo in Brasile, si è iniziato a considerare questa estrema situazione, molto delicata a livello sanitario.
I mezzi di comunicazione ne hanno parlato, il Presidente Lula ha pure visitato Boa Vista, e in questa situazione di attenzione e sensibilità dell’opinione pubblica, i missionari e le missionarie della Consolata hanno colto l’occasione propizia per incontrare istituzioni pubbliche che vogliono collaborare ed aiutare.
E così, Padre Corrado e suor Mary Agnes hanno partecipato in S. Paulo a un incontro di alcune università, insieme ad alcuni leaders Yanomami, tra cui David Copenahua.
Decise le linee di intervento, i tecnici hanno iniziato a parlare tecnichese, e le cose sono andate verso la burocrazia necessaria per far partire la macchina degli aiuti. A questo punto interviene il capo David, il quale dice: “Bisogna anche considerare le frecce degli Spiriti per il buon esisto dell’iniziativa”.
Quando ho sentito questa espressione, mi sono immaginata gli Yanomami, cacciatori nella foresta amazzonica, in cerca di prede, e contando anche sull’ aiuto degli spiriti buoni. Mi è anche venuto in mente Cupido che, nella tradizione europea antica, era un “dio” o “spirito” che, scagliando dardi, faceva innamorare le persone.
I due missionari non hanno raccontato come gli universitari hanno accolto questa affermazione, ma a me è piaciuta parecchio, e la vorrei applicare al nostro Capitolo Generale, che inizia l’8 maggio.
Le frecce degli Spiriti possono essere considerate i soffi dello Spirito… E come mi ha detto e augurato un sacerdote: “Che per grazia di Dio non lasciamo andare nemmeno un soffio dello Spirito”
Per questa ragione, fino al termine del Capitolo, ci sarà silenzio in questo blog. Non avvenga che, mentre scrivo un post, mi perda una freccia o soffio dello Spirito …
Ci vediamo a giugno!