L’ho promesso, e l’ho fatto: ho parlato della mia gente qui in Italia. Ed in particolare ho raccontato la storia di un nostro ragazzo a molti altri ragazzi. E ve la propongo anche a voi, sperando che attraverso il volto e la storia di Manuel, possiate scoprire tante storie di nostalgie e speranze, nei volti e sguardi che incrocerete per strada…
Manuel è un ragazzone alto alto, che si nota in mezzo agli altri. Ha frequentato le scuole superiori in Vilacaya, e la sua famiglia vive in una frazione a circa 7 kilometri dal paese. Ha una sorella maggiore, sposata con figli, e dopo di lui altre tre sorelle.
Ha una grande passione per i motori e vorrebbe fare il meccanico. Ogni tanto lo si vede nella campagna a guidare il camioncino di suo padre. Nella famiglia sono agricoltori e pastori, come il resto della gente. Infatti, nella zona non ci sono altri lavori e tutti cercano di sopravvivere con il lavoro del campo.
Purtroppo, ogni anno piove meno e ormai è difficile vivere solo con il lavoro della campagna. Il papà di Manuel fatica ad andare avanti, ed è impossibile pensare che i figli si fermino ed aiutino nella campagna: devono cercare un altro lavoro… ma dove? Nella zona non ci sono possibilità lavorative ed è così che Manuel, finite le superiori, deve lasciare il suo paesino.
Conosce delle persone che lavorano in Buenos Aires, in Argentina, e lo potrebbero aiutare a cercare un lavoro.
E così, anche se a malincuore, Manuel deve salutare sua mamma Teodora, suo papà Edy e le sue sorelline Marilyn, Ana e Gracia.
Sono ormai due anni che Manuel si trova in Buenos Aires. Lavora sodo in una fabbrica che confeziona vestiti. La paga non è tanto alta, ma bisogna accontentarsi e andare avanti.
All’inizio gli è costato molto adattarsi: era abituato al silenzio e pace della campagna, ora vive in una città rumorosa 24 ore su 24.
Anche il cibo è diverso: a casa sua mangiavano mais tutti i giorni, in Buenos Aires non c’è, mangiano molto pane, lì… Meno male che è un golosone e impara presto ad amare la cucina argentina.
Non ha però lasciato il suo sogno: di diventare meccanico. Ed ecco che si presenta l’occasione di frequentare un corso serale per meccanico.
E così, lavora tutto il giorno, e alla sera, nonostante la stanchezza, ci mette tutto l’impegno possibile per
Sono già due anni che non rivede la famiglia: non ci sono abbastanza soldi per pagare il lungo viaggio (due giorni di pullman), e la nostalgia si fa sentire.
Spera proprio di poter ritornare al suo amato paesino un giorno, e soprattutto rivedere i suoi genitori e le sue sorelline, che sicuramente adesso sono grandi! E chissà i suoi copa
Spera presto di poter trovare lavoro come meccanico, fare esperienza, raccimolare un po’ più di soldi, e quindi ritornare a rivedere la sua famiglia. E chissà, se le cose vanno veramente bene, forse può ritornare in Bolivia ed aprire la sua officina da meccanico e vivere nella sua amata terra.