La frustrazione della puntualità

Premetto che io sono una persona molto puntuale, e da giovane la mia puntualità era quasi ossessiva, perciò quello che vi scrivo qui lo capisco molto bene: vi parlo oggi dei boliviani puntuali.

In realtà, non so da dove sono usciti fuori, ma ne ho già conosciuti almeno un paio. Dico questo perché il boliviano si autodefinisce ironicamente un ritardatario cronico. Quando ti dicono: “Dieci in punto” significa alle 10.30, o anche alle 11, a seconda del contesto, e allora commentano: “Alle 10 ora boliviana”. Ma tutti sono consapevoli di questa idiosincrasia, e allora mi domando dove l’hanno presa la puntualità i boliviani puntuali…

Forse nella città è più facile trovarne, ma nella campagna sono bestie rare: come diceva sapientemente monsignor Walter (che riposi in pace), vescovo originario di Vilacaya: “La gente nella campagna domina il tempo, noi nella citttà ne siamo schiavi”. E veramente mi ha fatto bene stare qui, in questi anni, in Vilacaya: tutta la tensione, la bile accumulata aspettando gente che non arrivava in orario, si sono diluiti nell’imperativo: “Sprogrammati”. E davvero essere flessibili ti semplifica la vita, e ti libera da una buona quantità di stress.

svetta l’orologio nel palazzo del Governo, in La Paz

Dopo questa confessione da “puntuale convertita”, capite la vicinanza e anche l’empatia che sento verso i boliviani puntuali, condannati alla sfrustrazione continua. Mi è venuto in mente tutto questo pensiero mentre guardavo il direttore della scuola di Vilacaya camminare come un’anima in pena: aveva convocato per le sei della mattina (sì, hai letto bene: qui le riunioni si fanno presto, così la gente ha tempo per andare a lavorare quando spunta il sole…) la gente del paese per organizzare la festa patriottica del 6 agosto. Alle 6.05 c’eravamo solo lui e io. Alle 6.10 il suo camminare frenetico, il guardare l’orologio con disperazione, erano già a un livello di stress acuto. “Poverino” penso io “anch’io soffrivo così…”

Un’altra bestia rara di questo tipo era il nostro precedente parroco. Se diceva che la Messa era alle 9, non poteva iniziarla dopo le 9.05. Un giorno, chiamato per un matrimonio alle 10 del mattino, siccome alle 10.10 gli sposi non arrivavano, ha iniziato la Messa, e all’Offertorio arrivano i due correndo… altro che marcia nuziale!

Anche la Cattedrale di Potosí, con il suo orologio, ricorda inesorabilmente il ritardo cronico…

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