E’ un gioco che mi piace quello di trovare titoli accattivanti, ma questa volta “Una parola è poca e due sono troppe”. Dopo tanti anni di mediazione, sogni, speranze, paure, delusioni, difficoltà, dubbi, certezze… solo un titolo semplice puà descrivere la nostra situazione attuale: IL POZZO. Il pozzo sognato, voluto, lottato, realizzato.
La musica più bella, quella dell’acqua che sgorga copiosa, una situazione così poco usuale per Vilacaya, l’abbiamo potuta sentire con le nostre orecchie, quando il motore ha iniziato a pompare l’acqua. Ed eccola lì, uscire prima torbida, poi limpida e… buona! Non è troppo dura, non è “salata” come dice la gente qui.
Arrivo in tempo per ch’allare il nuovo pozzo: un delizioso p’ampaku di capretto e la chicha che copiosamente doniamo alla Pachamama attorno al pozzo: “Che non manchi l’acqua… che il pozzo funzioni…” brevi parole che esprimono molti sentimenti, le diciamo quasi sotto voce Seferino ed io, mentre sorseggiamo la chicha.
Tutti, anche coloro che dubitavano, adesso hanno il sorriso stampato sul viso. Mentre nel Facebook gente di ogni parte del mondo si rallegra con noi e ripete, in tante lingue: “L’acqua è vita”
Non c’è dubbio. E voglio ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno messo l’impegno: gli amici italiani della Lokomotiva, Simonetta Iorio Cervi che ora sta in Cielo e che ha lavorato tanto per questo pozzo, Andrea e Roberto che sono venuti da noi per l’ispezione geologica, Mario e la sua impresa che ha preso a cuore la nostra missione, e poi tutti i vilacayeni che hanno scavato, caricato, animato e incoraggiato tutta la popolazione. Grazie! Anche qui, altre parole sarebbero di troppo…