Ai tuoi piedi Mamitay

La settimana scorsa vi ho parlato del Bambino Gesù in mezzo ai contadini (vedi post), ma sua mamma Maria, che durante la novena della festa della Candelaria rimane sola nella chiesa, ha il suo bel da fare, come mamma consolatrice.

Quest’anno la novena è stata ben partecipata da un discreto gruppo di persone. A parte il momento di preghiera comunitario, si dedica un buon tempo alla preghiera personale, inginocchiati ai piedi della Madonna.

L’usanza del popolo andino consiste nell’avvicinarsi all’immagine sacra (considerata una vera e propria icona, ovvero una presenza reale del Santo), stabilire un contatto visivo con il suo sguardo, passare un tempo prolungato pregando/dialogando, offrire incenso, oltre a fiori e candele.

Li vedo passare e inginocchiarsi con vera devozione e amore; dopo tanti anni, conosco le storie di molti: c’è quella signora che ha perso suo figlio a causa del coronavirus; c’è quella donna vedova da pochi mesi… si mettono a pregare con intensità, e se ne vanno serene. La Madonna è sempre consolatrice, come tutte le mamme. La gente la chiama “Mamita Candelaria”. Significa “ mammina”, è un termine molto usato per dimostrare affetto verso una donna (anche verso noi suore, alle volte). Dire alla Madonna “mamita” (o mamitay: “mammina mia” in quechua) è un modo per dimostrarle vicinanza e amore.

Ogni anno cresce in me la sensazione che la Candelaria è un’espressione del mistero della Madonna come madre della Luce (che è Gesù). La simbologia ha per centro la candela, e il vangelo dice che il vecchio Simeone riconosce Gesù Bambino come “luce per illuminare le genti”. Luce per chi è nell’ oscurità del dolore, dell’errore.

Sì, in questi anni abbiamo visto molte cose: quel giovane che, in una serata della novena, ha sentito una gioia intima, che lo ha trasformato. Quella donna che si è riconciliata con Dio, che si era portato al Cielo la sua nonna tanto cara proprio il 2 febbraio.

Al termine della novena, veniamo a sapere che Maria, una signora di Vilacaya, è ricoverata in gravi condizioni all’ ospedale, in Potosì. Una donna che ha sofferto tanto nella vita… la affidiamo alle cure della Madre Candelaria.

Maria non ha potuto venire ai tuoi piedi, Mamitay Candelaria, ma sicuramente tu sei andata al suo capezzale, l’hai presa tra le due braccia, e le hai aperto la porta del Cielo, la dimora della Luce. Infatti, proprio alla vigilia della festa, Maria (porta il tuo stesso nome!) è mancata.

Ai tuoi piedi si sta bene, Mamitay… sii Madre della Luce per tutti coloro che stanno nell’oscurità del dolore. Amen!

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